Oggi ci immergiamo insieme a voi nella magia del romanzo “Il Fiorino Nero di Dante” dell’autore Marco De Pasqua.
Quest’opera avvincente ci trasporta attraverso le ere, intrecciando le storie di due protagonisti, legati da un destino intricato e da segreti sepolti nei meandri della storia italiana.
In questo articolo, esploreremo le profondità di questo romanzo affascinante, attraverso una recensione che svela la trama avvincente, la maestria narrativa e l’abilità di De Pasqua nel catturare l’essenza di due epoche distanti.

Ma non ci fermeremo qui, un’esclusiva intervista con l’autore ci darà uno sguardo approfondito dietro le quinte del processo creativo.
Preparatevi a essere trasportati in un romanzo dove le epoche si fondono, le passioni si intrecciano e la storia diventa un palcoscenico per emozioni senza tempo.

Il fiorino nero di Dante

Umberto è un medico milanese ormai vicino alla pensione.
Per pura curiosità indaga sulla provenienza del suo cognome e scopre una lontana origine nobile e toscana.
Un suo antenato ghibellino abitava nel 1285 in un castello senese che il vescovo di Arezzo, Guglielmo degli Ubertini, aveva sobillato contro la città di Siena che lo aveva riconquistato mesi dopo con un bagno di sangue.
Il protagonista, affascinato dalle bellezze del luogo, decide di acquistare una casa nelle vicinanze del castello, ormai abbandonato e inaccessibile da anni; lascia Milano per trasferirsi e trascorrervi la vecchiaia.
Durante i lavori di ristrutturazione trova casualmente un’antica moneta fiorentina, un fiorino di rame, detto anche fiorino nero.
Cesira, una chiaroveggente, percepisce che la moneta era appartenuta a un personaggio molto importante: Dante Alighieri ed era stata persa in circostanze concitate e drammatiche.

Il romanzo narra anche le vicende di Riccardo, un fante fiorentino che affiancò il giovane feditore Dante Alighieri durante il terribile assedio del castello.
La storia del giovane Riccardo nel XIII secolo si incrocia con quella di Umberto ai giorni nostri e, ad entrambi, gli eventi che avvengono in quel castello cambieranno la vita per sempre.
Umberto, come Riccardo secoli prima, scoprirà l’amore proprio in quel luogo.
Due protagonisti di epoche diverse, in parallelo tra loro, che sfidano l’ignoto scoprendo nuove e inattese passioni.
Una storia avventurosa di uomini, d’armi e d’amore che si intreccia tra il Medioevo e i giorni nostri.

La mia recensione

“Il Fiorino nero di Dante” di Marco Del Pasqua è un romanzo avvincente e ricco di mistero.
Intreccia abilmente le storie di due protagonisti separati nel tempo, ma uniti da un filo sottile di destino intrecciato nei meandri della storia.
Cattura l’immaginazione fin dalle prime pagine e trascina il lettore attraverso le epoche, mescolando il fascino del passato con la vita contemporanea.

La narrazione inizia con Umberto, un medico milanese in procinto di ritirarsi, il cui interesse per le sue radici lo conduce in una scoperta sorprendente.
La sua famiglia ha origini nobili e toscane, con un antenato ghibellino che visse nel suggestivo scenario di un castello senese nel 1285.
L’autore dipinge magistralmente il contrasto tra la Milano moderna e il fascino intramontabile della Toscana medievale, creando un’atmosfera vibrante che avvolge il lettore.
E’ molto bravo anche a rendere coinvolgente l’incrocio tra le vicende di Riccardo del XIII secolo, con quelle di Umberto nel presente.

“Il Fiorino Nero di Dante” è un viaggio avventuroso attraverso il tempo, ricco di suspense, azione e amore. Marco Del Pasqua dimostra una maestria nel tessere una trama intricata e coinvolgente, mantenendo il lettore appassionato fino all’ultima pagina.
Un’opera letteraria che riesce a regalare al lettore un’esperienza di lettura indimenticabile.

Marco Del Pasqua, biografia

Nato a Rapolano Terme (Siena) nel 1960, più precisamente da Poggio S. Cecilia, abita a Cavriglia (Arezzo).
Diploma di ragioniere e studi universitari presso la facoltà di Scienze Politiche di Firenze.
La sua è un’antica famiglia rapolanese, di cui è documentata la presenza a Poggio Santa Cecilia già nel 1526.
Nonostante non ci abiti da molti anni, è sempre rimasto molto legato al paese natale e ci torna spesso e volentieri perché l’atmosfera del luogo è veramente unica.
La passione giovanile per le lingue straniere lo ha condotto a frequentare corsi universitari di perfezionamento in Germania e Irlanda, prima dell’avvento di Erasmus.
Parla pertanto il tedesco, lo spagnolo e l’inglese e anche un po’ il francese.
Scrive per passione da quasi trentacinque anni ma non si definisce uno scrittore perché la parola “scrittore” lascia intuire che uno sia scrittore di professione e goda di una certa fama tra i lettori.
Si definisce piuttosto un “romanziere per hobby” ma prima che scrittore sono soprattutto un lettore.

Nel 1982, con un racconto breve, ha vinto una targa di merito al premio letterario nazionale “Casentino”. Nel 2006 è uscito il romanzo d’esordio, “Inspiegabili Illusioni”.
Dopodichè sono usciti gli altri romanzi:

  • Il riflusso
  • Sotto le stelle di Cuba
  • Ana Paula e gli spiriti
  • Il fiorino nero di Dante
  • L’anello scomparso
  • Intrigo sull’Elba
  • Lincoln e lo zuavo del Papa
  • Il nipote segreto di Maria Antonietta.

Alcuni dei suoi romanzi sono stati tradotti in più lingue.

L’intervista all’autore Marco Del Pasqua

Ringrazio l’autore per il tempo che mi ha dedicato per questa interessante intervista.
Per rimanere aggiornati potete anche seguire il sito web dell’autore.

Chi è Marco Del Pasqua nella vita, cosa fa?

Da alcuni mesi sono un pensionato che vive sulle colline toscane e adoro la vita di campagna anche se non è così idilliaca come si può comunemente pensare. Sono stato impiegato di banca per molti anni e ora, da pensionato, mi sono iscritto all’università perché lo studio è una delle grandi passioni della mia vita.

Puoi raccontarci del tuo primo approccio alla scrittura?

Il primo approccio alla scrittura risale alla gioventù quando cominciai a scrivere poesie, rendendomi ben presto conto che non facevano per me. Iniziai a scrivere racconti e il primo che presentai a un premio letterario, nel lontano 1982, ricevette un riconoscimento che m’incoraggiò nel proseguire. Successivamente ho scritto romanzi che però restavano chiusi nel cassetto finché  non ho deciso di iniziare a pubblicarli perché ho ritenuto che scrivere soltanto per me, alla fine, avesse poco senso.

Presentaci “Il fiorino nero di Dante” e come hai avuto l’idea per realizzarlo

Il fiorino nero di Dante è nato quasi per caso. Avevo già scritto in precedenza alcuni romanzi di genere psicologico: Inspiegabili illusioni; Sotto le stelle di Cuba e Ana Paula e gli spiriti, ma mi sono reso conto presto che, al di fuori degli addetti ai lavori, i temi non sempre venivano percepiti chiaramente dai lettori. Nel 2006 sono iniziati i lavori di restauro della chiesa romanica di Santa Maria in Ferrata a Rapolano Terme (SI), che si trova vicina al castello di Poggio Santa Cecilia dove sono nato. Non conoscevo la storia del mio borgo natale e ho iniziato a documentarmi finché un bel giorno mi sono imbattuto nel saggio del celebre dantista Giorgio Petrocchi, “La vita di Dante”, in cui ipotizzava la partecipazione di Dante Alighieri all’assedio del castello tra il 1285 e il 1286 sulla scorta di un brano tratto dalla “Vita Nova”.

La mia curiosità è salita alle stelle e, siccome l’assedio delle truppe fiorentine comandate dal terribile Guido di Monforte è ben documentato negli archivi di stato senesi e aretini, ho deciso di scrivere il romanzo. All’inizio non è stato affatto facile perché non avevo mai scritto prima un romanzo storico e quindi ho iniziato in uno stato d’incertezza e poi la storia non era neppure facile da narrare perché l’assedio iniziò a fine ottobre del 1285 e terminò malamente nell’aprile del 1286 ma, in quei mesi terribili, avvennero poche vicende di rilievo e bisognava riempire la trama.

Scrivere un romanzo storico si è rivelato molto più facile di quanto pensassi perché i sentimenti e le emozioni umane non sono cambiati nel corso del tempo: l’amore è l’amore; l’odio è l’odio e l’amicizia è l’amicizia, tutto resta inalterato. Si tratterebbe di un episodio minore della vita di Dante ma, alla fine, neppure tanto perché sarebbe stata la sua prima missione militare da stipendiario della Repubblica di Firenze. Nello scrivere il romanzo mi è subito tornato alla memoria il VII canto dell’Inferno dantesco, quello dove sono puniti gli iracondi e gli accidiosi, perché lo scenario descritto dal Poeta lo trovavo straordinariamente somigliante a quello di Poggio S. Cecilia e Rapolano Terme. La mia sarà soltanto suggestione però…chissà!

Ti succede di lavorare a più di un progetto insieme?

No, mai. Lavoro a un progetto alla volta però, quando scrivo un romanzo, ho già in mente il romanzo successivo.

Hai un sottofondo preferito che ascolti mentre scrivi?

Sì, la musica pop e rock degli anni 70 e 80 ma mi piacciono anche alcune canzoni di oggi. Ascolto volentieri anche la musica classica ma quella mi distrae maggiormente dallo scrivere.

Una curiosità: Riscrivi, cancelli, correggi, rimoduli o fila tutto liscio alla prima stesura?

Tantissime volte. La maggior parte del tempo la dedico alla correzione e non sono mai soddisfatto del mio lavoro ma alla fine metto un punto altrimenti non finirei mai.

Quale sarebbe il sogno che vorresti realizzare?

Il mio sogno nel cassetto adesso è la laurea in lettere moderne. Sto studiando molto per arrivarci e spero, nel giro di tre anni, di laurearmi.

Infine, scrittura o lettura? Trovi sempre il tempo per…

Mi piace tantissimo leggere ma, in questo periodo, tra università, scuola di latino e il nuovo romanzo che sto scrivendo, il tempo per leggere è davvero poco e mi dispiace. Spero di trovarne perché ci sono tanti autori in gamba, spesso sconosciuti, e tanti libri meritevoli di essere letti.

Il romanzo Il fiorino nero di Dante dell’autore Marco Del Pasqua è edito da Edizioni Extempora per la categoria Narrativa.

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