E’ sempre bello scoprire nuovi autori e i loro meravigliosi romanzi, così è successo a noi con Rino Margiotta.
Il suo romanzo, Le stanze dell’amore incerto, è una rivelazione, la sua scrittura ti prende e non ti lascia più andare.
Continuate a leggere il nostro articolo per conoscere più da vicino sia il romanzo che l’autore, grazie all’interessante intervista.

Le stanze dell’amore incerto di Rino Margiotta

“Se i suoi occhi sognanti fossero riusciti a trovarla in una tazza, l’avrebbe trovata in qualsiasi posto, e questa sicurezza non è né speranza né illusione.
Le ha pensate in quest’ordine, dopo la sicurezza viene la speranza che ha un peso più realistico dell’illusione e significa che anche la speranza di trovarla la farà rientrare a forza nella sua vita, sarebbe arrivata all’improvviso, apparsa come l’illusione di una stella cadente pronta a realizzare un desiderio così forte che Gabriele Fortis stava quasi mordendo il bucchero, e tenendolo coi denti guarda il cielo, se c’è per caso qualche stella… ma fra tutte quelle nuvole non si vedono neanche le normali, figurarsi le cadenti.”
In mezzo a tante relazioni “ballerine”, l’unica paradossalmente più stabile è quella fra Gilda e Salvino.
Ed è Gilda la burattinaia del romanzo con la sua storia amorosa che si snoda fra incesto e omosessualità.

Le stanze dell’amore incerto è un romanzo che si apprezza fin dalle prime pagine, lo stile narrativo di Rino Margiotta è particolare e intrattiene con le sue storie.
Un autore che si fa subito conoscere per le sue doti di scrittura, che riescono a suscitare emozioni.
Interessante anche conoscere ogni personaggio, i loro caratteri e le particolarità di ognuno, mano a mano che vengono narrate le vicende del libro.
Il livello della narrativa rimane sempre alto, la lettura è scorrevole, l’originalità dell’evolversi della storia mantiene il lettore con la giusta attenzione.
Un autore che ha molto da raccontare e lo fa in questo romanzo con caparbietà, lasciandoti il desiderio di conoscere altri suoi scritti.
Il nostro consiglio è di lasciarsi trasportare nella lettura e perdersi tra le parole dell’autore, che sapientemente vi accompagnerà in questa storia.

L’autore Rino Margiotta

Rino Margiotta è nato a Tripoli nel 1950, ha una laurea in Scienze Politiche e tre anni di Lettere e Filosofia. Interrotti perché era complicato andare avanti indietro Civitavecchia-Roma.
Ha vissuto a Londra e viaggiato in Europa, Africa, Stati Uniti, Messico.
Ha cambiato molte città e moltissimi lavori, cominciando nell’ufficio commerciale dell’ambasciata d’Italia a Tripoli.
Poi sceso di livello (come dice lu): lavapiatti, facchino, pizzaiolo, manovale, correttore di bozze, autista e molti altri lavori.
A Bologna negli anni ’70 conosce Roberto Roversi che ha pubblicato opere dell’autore, sulla rivista di poesia “Le Porte” e su “Nuovi Argomenti”.
A 67 anni, dopo aver lavorato come amministrativo nella scuola, è andato in pensione e ha deciso di cominciare a pubblicare i suoi romanzi.

L’intervista

Ringraziamo l’autore Rino Margiotta per averci dedicato del tempo per rispondere alle nostre domande riguardo il suo romanzo, Le stanze dell’amore incerto.

Ciao Rino, per prima cosa raccontaci qualcosa di te e della tua passione per la scrittura.

La passione per la scrittura mi è stata chiara al Liceo dove ero studente scarso o appena sufficiente… ma quando  arrivava il compito di Italiano sentivo la situazione in pugno.
Avrei voluto giocare a pallone come scrivevo i temi.

Come nasce l’idea per questo romanzo, Le stanze dell’amore incerto?

L’idea del romanzo nasce con una poesia di Djuna Barnes. Poetessa è anche Gilda, la burattinaia di questi amori incerti finiti dentro una scrittura catartica che cerca di rimarginare la ferita subita con gli abusi sessuali di suo padre.

Da dove prendi spunto e cosa innesca il meccanismo per iniziare a scrivere un buon romanzo?

Non so da cosa viene innescato il meccanismo per la scrittura di un romanzo. É una necessità continua che mi accompagna.
Ho scritto una trilogia familiare (due romanzi sono stati pubblicati). Ma la storia è un pretesto per incanalarmi in questo regime mentale.

Su un’isola deserta quali sono i tre libri che porteresti con te?

In un’isola deserta non porterei libri. Più facile un coltello e una canna da pesca.
Posso dirle tre autori: Henry Miller, Marcel Proust, Stefano D’Arrigo.

Hai qualche nuovo progetto per il futuro? Puoi svelarci qualche cosa?

Progetti: pubblicare due romanzi già revisionati. Uno in particolare.
È la confessione di un tradimento avvenuto in manicomio.
Oltre vent’anni fa ne mandai 10 pagine ad Aldo Busi. Mi telefonò a casa. Molto colpito. Dopo mi ha scritto anche una lettera. Pensava io fossi un genio incompreso. Aldo Busi è sempre esagerato.
Comunque non mi pubblicò perché nel romanzo, a parte la scrittura, non succedeva niente. Ed è proprio vero! Il protagonista vorrebbe confessare a sua moglie il tradimento, una cosa da nulla, lui la definisce “una semplice leccata di fica”.
Però non riesce e si arrampica cercando soluzioni con le carte da ramino e con le canzoni.
È un continuo rimuginio di idee che non portano a nulla. D’altronde io non so scrivere né libri d’avventura né romanzi polizieschi. Però considero capolavoro “Rumori o Voci” di Giorgio Manganelli,  una scrittura chirurgica.
Progetto futuro:  Riprendere il romanzo che ho interrotto cinque anni fa (scritte un centinaio di pagine) a causa di un problema acustico (acufene). E questo sarà l’ultimo.

Il romanzo Le stanze dell’amore incerto dell’autore Rino Margiotta è edito da Edizioni GDS, disponibile in formato cartaceo e digitale, 320 le pagine.

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