Dopo aver letto il romanzo di viaggio Montagne Blu, abbiamo voluto continuare con il romanzo storico Trentanni nel Trecento.
L’autore è sempre lo stesso, Paolo Ciri, motociclista, professore di Diritto ed Economia, vive a Spoleto.
Continuate a seguirci in questo articolo per conoscere meglio il romanzo e non perdetevi la nuova intervista all’autore.

Di cosa parla Trentanni nel Trecento?

Una via di mezzo tra un romanzo e un saggio, Trentanni nel Trecento racconta le vicende che sarebbero potute accadere tra personaggi storici realmente esistiti e altri di fantasia.
Duecento pagine dove vengono confrontate le vite del mondo di oggi con la vita medioevale, arrivando al punto che non molto è cambiato da allora.
Intorno alla vita di Jacques detto Jacquì, il protagonista di queste vicende, si susseguono tantissimi avvenimenti e personaggi storici.
Come ad esempio San Giovanni d’Acri, la fine dei Templari, la storia dei Re maledetti, la costruzione della Rocca di Spoleto:
Si parla anche della Serenissima Repubblica di Venezia, della guerra dei cento anni e della peste nera.

trentanni nel trecento

Incredibile l’idea dell’autore Paolo Ciri di riuscire ad inserire in un solo racconto così tanta storia italiana del quattordicesimo secolo.
Ma oltre ad essere una brillante idea, anche il suo svolgimento è stato notevole, una lettura che davvero non ci aspettavamo.
Leggendo le pagine di questo libro si imparano vicende che magari non tutti conoscono e sono state legate in maniera egregia.
Il protagonista Jacquì ha la fortuna (o sfortuna, decidetelo voi dopo aver letto il romanzo) di vivere molte storie in una sola vita.
Tra la godibilità della lettura c’è anche la comprensione che alcune cose non sono mai cambiate, come povertà, potere e ingiustizie.
Ancora una volta l’autore Paolo Ciri ci sorprende in maniera incredibilmente positiva, per questo consigliamo a tutti le sue pubblicazioni.

Intervista all’autore Paolo Ciri

Una nuova intervista all’autore Paolo Ciri che ci ha gentilmente dedicato del tempo prezioso.
Potete conoscerlo anche grazie al suo sito web paolociri.it, dove troverete tutte le sue pubblicazioni e molto altro.

paolo ciri

Ciao Paolo, grazie per essere di nuovo con noi, che cos’è per te scrivere, quali emozioni provi nella stesura di un romanzo?

Le emozioni arrivano nel momento in cui studio per preparare la stesura, scopro, capisco. In realtà quando scrivo più che le emozioni sento la fatica.
Scrivere è faticosissimo. Lo ho fatto per la voglia di dire, per proporre alcuni messaggi e riflessioni che non riuscirei ad esprimere in poche parole a voce.
Poi, ovviamente, ricevo una emozione, stimolante, quando qualcuno che ha letto quanto scrivo me ne racconta o, meglio ancora, confuta o aggiunge.
Lì, allora, c’è la soddisfazione di creare, insieme all’interlocutore, un qualcosa di nuovo, che è scaturito maieuticamente dal dialogo.

Ci piacerebbe sapere cosa ha significato per te scrivere questo romanzo, Trentanni nel Trecento

Tanta ricerca. L’idea è nata leggendo “Storica” di NG. Mi sono accorto che, in quel quattordicesimo secolo, sono accadute tantissime cose.
Ho iniziato a sentire il bisogno di approfondirle, ho comprato tanti libri e fatto ricerche in internet ed in biblioteca per poi intessere una storia che incrocia vicende e personaggi di fantasia con la realtà storica narrata.
Dunque scriverlo ha significato soltanto gettare su carta tante informazioni che avevo assunto, dopo averle legate tra loro con una trama. Il libro ha anche alcuni significati nascosti (la mappa di cuoio, il percorso del protagonista) e qualche decina di citazioni, nascoste anche esse.
Questo aspetto è stato un “divertissement”.

trentanni nel trecento

Su un’isola deserta quali sono i tre libri che porteresti con te?

Senz’altro almeno uno di Alessandro Baricco, che fa quasi dolore a leggersi, tanto è alto e sublime. Facciamo “Novecento”, ma qualunque altro.
Rimanendo, casualmente, a Torino: Alessandro Barbero, “Gli occhi di Venezia”. Senza volermici minimamente accostare, ha però la stessa duplice valenza di saggio e di romanzo che vorrei avesse “Trentanni”.
Infine Ildefonso Falcones, ”La cattedrale del mare”, magari in lingua originale. Ed anche qui c’è da imparare divertendosi.

Trentanni nel Trecento è una autopubblicazione, l’edizione digitale è realizzata con StreetLib, una casa editrice italiana operante nel settore dell’editoria elettronica.

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