Oggi vogliamo consigliarvi un ottimo romanzo storico dell’autore Lorenzo Roberto Quaglia, con un titolo un pò lungo ma d’effetto.
L’indagine che cambiò la vita di Marco Claudio Acuto, cittadino dell’Impero Romano, ecco come si intitola.
In questo articolo vi raccontiamo di cosa parla (anche se il titolo è molto esaustivo), cosa ne pensiamo noi e non perdetevi l’intervista all’autore.

L’indagine che cambiò la vita di Marco Claudio Acuto, cittadino dell’Impero Romano di Lorenzo Roberto Quaglia

“Allora non farti amico di una testa calda e non andare in compagnia di un violento, per non imparare le sue abitudini e non cadere in una trappola mortale.”
È il XIII anno di regno dell’imperatore Claudio e Marcellino vuole che suo nonno, Marco Claudio Acuto, gli racconti la storia della cicatrice che ha segnato il suo volto.
Ascoltando la narrazione del nonno scopre infatti che un suo amico aveva cercato di ucciderlo quando era in Giudea.
Una storia che riporta a galla tutte le sofferenze che Marco Claudio Acuto ha vissuto, ma forse ora è giunto il momento di raccontarla.
Un arrivo a Cesarea quando era ancora un giovane desideroso di conoscere il mondo, il ricongiungimento con il fratello e Ponzio Pilato, la partenza per Gerusalemme, l’incontro con Gesù che molti ritenevano essere il nuovo Messia.
Tante sono le peripezie che Marco Claudio Acuto ha vissuto, ma è solo raccontandole che può rendersi conto del loro significato e dell’importanza che hanno avuto sul mondo intero.

Perchè leggere il romanzo di Lorenzo Roberto Quaglia?

Un romanzo storico questo di Lorenzo Roberto Quaglia ben scritto, ambientato in un periodo realmente vissuto, con Ponzio Pilato e Gesù.
E’ riuscito a ricostruire abilmente l’atmosfera, gli usi, i costumi, la mentalità e la vita in generale di quell’epoca. Così da farli rivivere anche al lettore più attento.
Una lettura che fa riscoprire l’antica Roma con un’ottica nuova e fresca. Analizzando con gli strumenti narrativi contemporanei la psiche e i retroscena delle azioni dei personaggi principali.
E’ un libro che si legge agevolmente, senza nessuna pesantezza anche per chi non è propriamente amante dei romanzi storici, questo colpirà piacevolmente per la sua scorrevolezza.
Bella anche l’idea del nonno Marco Claudio Acuto che racconta la storia delle sue vicende giovanili al nipote Marcellino.
Si ha in questo modo una visione differente e una grande carica realistica a quello che gli accade, compreso l’incontro con quella persona che tutti definivano il Messia.
Davvero molto interessante immergersi in questo antico mondo insieme all’autore che grazie alla sua maestria nel narrare ci ha completamente coinvolti.

L’intervista all’autore Lorenzo Roberto Quaglia

Ringraziamo l’autore per averci dedicato del tempo per rispondere alle nostre domande.
E’ sempre interessante conoscere il punto di vista dell’autore e qualcosa in più di sé e del suo lavoro letterario.
Potete seguirlo tramite il blog www.lorenzorobertoquaglia.it e i canali social Lorenzo Roberto Quagliathewhitefly1966 e Marco Claudio Acuto.

Lorenzo Roberto Quaglia

Salve, com’è nata la tua passione per la scrittura?  

Potrei risponderti che la passione per la scrittura l’ho sempre avuta e probabilmente è così. Però in me si è sviluppata per gradi, è stata una scoperta che ho fatto, di cui mi sono reso conto nel tempo, mano a mano che gli anni passavano.
Poi, ad un certo punto, dopo qualche tempo che scrivevo articoli per il mio primo blog, ho deciso di iscrivermi ad un corso di scrittura creativa e lì ho capito per la prima volta quello che volevo fare per il resto della vita: scrivere.

Cos’è per te scrivere?  

La scrittura per me è un modo per imparare a conoscermi. “Non si finisce mai di imparare, Watson.
È tutta una serie di lezioni, di cui l’ultima è la più importante” diceva Sherlock Holmes al suo amico per mano di Arthur Conan Doyle, ma non si finisce mai di conoscersi e di stupirsi per come si è, per quello che si pensa, per quello in cui si crede.
Con la scrittura non si bara, quello che viene a galla nella pagina è sia quello che pensa quel determinato personaggio, ma in fondo in fondo è anche ciò che pensi tu, almeno in quel determinato momento.

Quali emozioni hai provato nello scrivere questo romanzo?  

Il mio primo romanzo storico, intitolato “L’indagine che cambiò la vita di Marco Claudio Acuto, cittadino dell’Impero Romano”, è stato un’esperienza impegnativa ma gratificante.
Avevo la trama in testa da molto tempo, ma trasformarla in un libro ha richiesto un anno di ricerca approfondita sulla storia e le tradizioni di Ebrei e Romani.
Questo processo mi ha fatto capire la complessità di scrivere un romanzo storico.
Sono contento del risultato finale. Anche se avrei potuto continuare a immergermi in ulteriori ricerche per anni, ho riconosciuto che il mio obiettivo era di creare una narrativa inventata ma contestualizzata in un’epoca risalente a 2000 anni fa.
Quindi, mi sono messo a scrivere, e il libro si è materializzato in un paio di mesi. Ho poi dedicato altri sei mesi a rivedere e perfezionare il testo fino alla versione che hai avuto l’opportunità di leggere.

E quanto hai messo di te in questo libro?  

Il protagonista, Marco Claudio Acuto potrebbe essere chiunque di noi alle prese con una domanda decisiva per la propria esistenza, che qui non sveleremo per lasciare un po’ di curiosità ai lettori del post!
In lui c’è sicuramente tanto di me, anche se i miei personaggi sono sempre un mix di persone conosciute e persone inventate.
Cerco sempre insomma di creare un personaggio originale che possa rimanere impresso nel lettore, che lo possa far affezionare alla storia sino all’ultima pagina.

Cosa deve aspettarsi il lettore dal tuo libro?  

Spero che lo trovi interessante dal punto di vista della trama e coerente al periodo storico narrato.
In genere nei miei romanzi non mi pongo mai l’obiettivo di fornire risposte, ma di suscitare delle domande, delle riflessioni, di proporre dei nuovi punti di vista a cui il lettore non aveva pensato.
Se raggiungo questo scopo, posso dire di essere uno scrittore soddisfatto e quindi capisco di aver fatto un buon lavoro.

Chi sono i tuoi maestri letterari a cui ti ispiri o prendi spunto?  

Ho una grande ammirazione per Giuseppe Pontiggia anche se non l’ho mai conosciuto di persona e apprezzo molto lo stile di Raymond Carver.
Per il resto mi piacciono i grandi classici, ma leggo praticamente un po’ di tutto, anche autori sconosciuti al grande pubblico, come me, che si auto-pubblicano.

Ci regali un estratto del romanzo? 

Questo il prologo:

“Nel XIII anno di regno dell’imperatore Claudio, alle otto di un mattino di luglio, l’aria era già calda, nonostante ci si trovasse ai piedi della montagna sacra agli dèi, seduti sotto le fronde di un grande fico.
“Nonno, nonno!”
“Marcellino, ti sei già alzato?”
“Ti ho pensato stanotte” gli sussurrò il nipote volando tra le sue braccia, fissandolo con quell’intensità propria delle persone innamorate di un dio, ovvero dei bambini innamorati della guida che hanno ricevuto in dono per conoscere il mondo.
Il nonno gli sorrise e, tenendolo stretto al petto, lo cullò lentamente, come faceva quando era più piccolo e riusciva a nasconderlo tra le pieghe della tunica, avvolto tra le sue braccia.
“Perché sogni tuo nonno e non la tua mamma?”
Il nipote gli sorrise e fece spallucce.
“Ieri sera avete bisticciato ancora?”
“No, è solo che lei non vuole che mi allontani troppo e…” “La mamma ha ragione, intorno alla villa ci sono tanti crepacci e luoghi dove un bambino della tua età può farsi male se va in giro da solo. Per non parlare poi che se si sveglia lui, beh… significa che gli dèi non ci sono propizi e allora dobbiamo stare tutti molto attenti.”
Dopo aver parlato, Marco Claudio Acuto con la mano in- dicò al nipote la montagna alle sue spalle ancora avvolta da una leggera nebbiolina.
“Ma ho quasi nove anni!”
L’indagine che cambiò la vita di Marco Claudio Acuto, cittadino dell’Impero Romano“Ne hai compiuti otto nel mese di marzo!”
Marcellino lanciò un’occhiata furtiva verso il vulcano e poi riprese a fissare il viso del nonno.
“Mi racconti come ti sei fatto questo segno?” gli chiese accarezzandogli la cicatrice lungo la guancia destra. Da lontano assomigliava ad una profonda ruga che donava al vecchio senatore un pizzico in più di quell’autorevolezza che già l’età gli accordava.
“Ma te l’ho già raccontato ieri, e il giorno prima e quello prima ancora…”
“Me lo sono dimenticato!”
I due uomini – quello maturo e quello in fieri – si osservarono con attenzione per poi scoppiare a ridere.
“Un uomo che credevo amico tentò di uccidermi, ma per fortuna quel giorno il fato mi ha protetto. La punta del pugio mi sfiorò il viso, lasciando questa cicatrice”, rispose il nonno con tono serio.
“Meno male che non ti ha ucciso!” esclamò il nipote alzando le braccia.
In un certo senso ha ucciso comunque una parte di me, pensò l’anziano senatore.
“Quando è successo?” continuò a chiedere curioso Mar- cellino.
“Oh, tanto tempo fa…”
“E dove?”
“Lontano da qui, in una terra chiamata Giudea.”
“È lì che hai incontrato il re dei giudei?”
“Chi ti ha raccontato questa cosa? Tua madre?” Marcellino si spaventò per il tono del nonno, divenuto di colpo severo, e solo dopo qualche secondo di esitazione mosse la testa in segno affermativo.

Nel frattempo, il senatore si era ripreso dall’improvvisa agitazione che quel ricordo gli aveva provocato e fissava nuovamente il nipote con sguardo amorevole.
“Nonno, raccontami la storia del re dei giudei, ti prego! Questa volta me la puoi raccontare?”
L’anziano quirite si alzò, posizionò dolcemente il nipote ai piedi del fico e si voltò di spalle per dirigersi verso la siepe che delimitava la scarpata scoscesa verso il mare, insolitamente calmo per quell’ora del giorno.

Lo specchio d’acqua sembrava trasparente come una scheggia di vetro soffiato, mentre all’orizzonte non si vedeva che una superficie di co- lore blu intenso, prerogativa di quel tratto di costa della Sicilia. Sentiva gli occhi di Marcellino aggrapparsi alla sua tuni- ca come le unghie di un gatto ad un cesto di pesce essiccato che sta per rovesciarsi, e sapeva che questa volta non sarebbe stato facile evitare la domanda del nipote. Erano settimane che l’assillava con quella richiesta. Colpa di Marta, imma- ginava, o meglio, lo sapeva per certo. Sua figlia desiderava che gliene parlasse, invece lui non si sentiva ancora pronto a consegnare al giovane nipote quel frammento della sua vita che continuava a tormentarlo.

Nessun dio, mai, gli aveva rivelato la risposta che cercava da allora. Nessun antenato gli aveva indicato la strada per arrivare alla soluzione. Eppure, all’epoca dei fatti aveva solo vent’anni ed era nel pieno della vita; così forte, intelligente, brillante, acuto, come lo avevano soprannominato prima i familiari e poi gli amici. Ma quanto visto, ascoltato e forse intuito in quella terra lontana cambiò per sempre la sua vita lasciandolo senza una risposta. Al ritorno a Roma non fu più la stessa persona. Cosa era successo da quel tempo? Nulla, questo era il punto. Le domande, i dubbi che gli erano sorti.

L’indagine che cambiò la vita di Marco Claudio Acuto, cittadino dell’Impero Romano cinquant’anni prima erano i medesimi. Perché Marta voleva che raccontasse a suo nipote questa storia per lui ancora fonte di sofferenza? Se solo fosse stato meno orgoglioso sarebbe riuscito a chiederglielo, invece erano anni ormai che con sua figlia i rapporti si erano deteriorati, praticamente da quando aveva perso il marito ed era andata via da Roma per tornare a vivere nella villa di Taormina, portandosi dietro Marcellino, suo figlio. L’idea di venire a trovarla per cercare di riallacciare i rapporti, con la scusa di vederlo, non si stava rivelando un’idea vincente.
“Nonno, cosa stai facendo?”
La voce di Marcellino interruppe il flusso dei pensieri. Il vecchio senatore si voltò.
“Stavo pensando!”
Marcellino gli corse incontro gettandogli le braccia attorno alla vita con un tale impeto da farlo vacillare. Così l’anzia- no fece due passi indietro per non perdere l’equilibrio.
“Non vorrai farmi precipitare giù dalla Rupes Tarpeia?” gli chiese fintamente imbronciato.

“Ma nonno, tu non sei il re dei giudei, lui è stato condannato a morte!”

Diventati seri – per quanto possa essere serio un bambino che fissa gli occhi di suo nonno – i due presero a scrutarsi in silenzio fino a quando Marco Claudio Acuto, prendendogli la mano, lo invitò a seguirlo.
Si diressero verso i filari di vite che delimitavano un lato della proprietà, fonte di un ottimo vinum catiniense, e proseguirono nella direzione di un masso di lava che Spurio – il più fedele schiavo del senatore – aveva lisciato fino a farlo diventare una comoda panchina. In quel luogo soleva andare da solo a pensare.

“Siediti e ascolta quello che ho da dirti. Ti chiedo solo un favore: non farmi domande, perché non avrei risposte da darti. Ascoltami e basta. Al termine ti sarai fatto un’idea di quello che ti avrò raccontato e avrai tutto il tempo che Atro- po vorrà assegnarti per pensarci su. Hai capito?”
Marcellino fece di sì con la testa. “Bene, allora incominciamo.”

Qual è il primo libro che hai pubblicato?  

Il mio inizio è da scrittore di gialli. Dopo il primo corso di scrittura creativa ho iniziato a pensare ad un commissario di Polizia che a Milano combatteva contro la mala ed è nata la figura del commissario Paolo Pasubio e del suo gruppo investigativo.
Di lui ho scritto cinque romanzi, poi, durante il periodo del Covid, ho pubblicato un romanzo con un taglio più autobiografico (Cinò – diario di bordo) e infine mi sono dedicato al romanzo storico.

Hai un nuovo libro tra i tuoi progetti futuri?  

Ho appena terminato una biografia su un pittore bollatese vivente che uscirà in autunno e ho iniziato un nuovo romanzo distopico ambientato però in un futuro non troppo lontano da oggi. Anche se il commissario Pasubio continua a bussare alla porta e prima o poi dovrò trovare il tempo per assecondarlo e scrivere il sesto romanzo della serie, che peraltro ho già in mente, ma devo solo trovare il tempo di scriverlo (fateglielo sapere!).
Inoltre, ho un sogno nel cassetto: mi piacerebbe trovare un artista che mi aiutasse a trasformare la storia di Marco Claudio Acuto in una graphic novel.
Credo che il libro si presti molto bene ad essere trasformato in un fumetto e penso che questo lo farebbe apprezzare maggiormente ad un pubblico più giovane.
In fondo se vogliamo continuare a scrivere e ad essere letti, dobbiamo coltivarci il pubblico di domani!

Il romanzo L’indagine che cambiò la vita di Marco Claudio Acuto, cittadino dell’Impero Romano di Lorenzo Roberto Quaglia è pubblicato con Youcanprint.
E’ disponibile su tutte le principali piattaforme online sia in formato cartaceo che digitale.

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