Il romanzo Una Morte perbene dell’autrice Simonetta Ronco emerge come un’opera avvincente, capace di catturare l’attenzione del lettore.
Questa trama avvolgente, tessuta con abilità narrativa, si snoda attraverso un intricato labirinto di misteri e colpi di scena, mantenendo il lettore sul filo del proprio sospetto dall’inizio alla fine.

Nel corso di questo articolo, esploreremo questo romanzo giallo gettando uno sguardo più attento agli elementi che rendono unico.
Inoltre, avremo il privilegio di dare voce all’autrice stessa attraverso un’intervista esclusiva, scoprendo le ispirazioni dietro il suo lavoro e le sfide incontrate durante la scrittura di questo avvincente capolavoro.

Una morte perbene, la trama

Imperia, 1971. Attilio Cernuschi, proprietario del quotidiano locale, viene trovato morto in un bosco.
Delle indagini è incaricato il commissario Luca Traverso, trasferito da poco nella cittadina ligure dopo un procedimento disciplinare.
Traverso affronta l’inchiesta con il preciso scopo di chiarire tutti gli aspetti oscuri di una vicenda che, con il passare dei giorni, diventa sempre più intricata.
La personalità della vittima appare infatti al centro di un sistema di collusioni, favori, complicità fra tutti o quasi i componenti della buona società locale.
Un sistema che ha le sue radici in due omicidi rimasti impuniti, omicidi che Traverso risolverà a poco a poco, con l’aiuto di alcuni dei protagonisti della storia, chiamati a riscattarsi dopo la bufera che si è abbattuta sulle vite di tutti.

La mia recensione

Simonetta Ronco ha tessuto una trama di mistero e suspense nella sua opera “Una Morte per Bene”, portando i lettori in un affascinante viaggio nella Liguria degli anni ’70.
Con una prosa ben scritta e una raffinata capacità di descrivere ambienti e personaggi, l’autrice crea un’atmosfera avvolgente che cattura immediatamente l’attenzione.

I protagonisti, in particolare il commissario Traverso, sono ritratti con maestria e profondità, rendendoli figure coinvolgenti e reali.
Traverso, con il suo carisma e il suo intuito affilato, si erge come una figura centrale attorno a cui si sviluppa l’intera trama.
La complessità dei personaggi aggiunge un livello di profondità alla storia, contribuendo a mantenerla avvincente e intrigante.
L’idea che “Una Morte per Bene” potrebbe costituire una solida base per una serie televisiva italiana è un’osservazione acuta.
La ricchezza della trama e la varietà di personaggi offrono un terreno fertile per una trasposizione visiva che potrebbe catturare lo spirito del romanzo in modo avvincente.

Tuttavia, la vera forza di questo romanzo risiede nella sua abilità di mantenere il lettore sospeso tra mille interrogativi.
La trama, anziché snodarsi in una soluzione chiara, si intreccia sempre più, aumentando la tensione pagina dopo pagina.
È necessario attendere le ultime pagine per vedere risolto il mistero della morte di Cernuschi, un colpo di scena che conferisce al romanzo un’imprevedibilità avvincente.
In conclusione, “Una Morte per Bene” si distingue come un romanzo giallo avvincente e ben scritto, arricchito da personaggi memorabili e un’ambientazione evocativa.
Simonetta Ronco dimostra una padronanza nell’arte della suspense, lasciando i lettori con il desiderio di immergersi ancora nei suoi intricati misteri.

Simonetta Ronco biografia

Simonetta Ronco, genovese, è docente universitaria, giornalista e scrittrice.
Appassionata di crimini e misteri ha creato due personaggi di successo: il pianista investigatore Audemars Février, e il commissario veggente Dario Barresi.
“Una morte perbene” è la prima indagine di Luca Traverso, poliziotto anni Settanta, che riporta alla mente le atmosfere di provincia in cui si muovevano attori culto come Lino Ventura e Ugo Tognazzi.

Intervista all’autrice Simonetta Ronco

Chi è Simonetta nella vita, cosa fa?

Sono nata a Genova, dove vivo e lavoro. Sono docente del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Genova, avvocato e giornalista pubblicista. Ho avuto la fortuna di vivere in una famiglia in cui la letteratura, l’arte, l’amore per il bello, erano di casa e i miei genitori mi hanno trasmesso la passione per la scrittura. Mio padre era giornalista e storico e mia madre nel tempo libero dagli impegni familiari scriveva fiabe per bambini, è stata anche premiata all’Andersen.

Puoi raccontarci del tuo primo approccio alla scrittura?

Già ai tempi del liceo mi piaceva scrivere storie inventate, prevalentemente romantiche, ma anche con un pizzico di mistero. Poi nel 2004, collaborando con la pagina della Cultura del Secolo XIX ho avuto l’opportunità di scrivere alcune biografie in pillole di donne del Risorgimento, e un editore piemontese, che le ha lette, mi ha contattata per partecipare a una collana di libri sulla storia piemontese con la biografia di Cristina di Borbone, la prima Madama Reale, vissuta tra il XVI e il XVII secolo. Da lì è cominciata un’avventura che ormai dura da vent’anni.

Presentaci il tuo ultimo lavoro e come hai avuto l’idea per realizzarlo

Conosco bene il ponente ligure, perché ho alcuni corsi universitari al Campus di Imperia e perché la casa di famiglia, quella in collina in cui mi rifugio nei momenti di relax, è in un borgo dell’entroterra savonese, Balestrino. Avevo già ambientato due libri nella Riviera di Ponente: “Adriana, una straniera a Sanremo” (Frilli, 2006), e “La settima onda” (Aracne, 2009). Questa volta ho scelto Imperia, una città che amo molto. Volevo un personaggio nuovo, diverso da quelli che ho già creato, più semplice, un po’ alla Maigret, ma al tempo stesso testardo e controcorrente. Traverso è un commissario ribelle, che è stato mandato a Imperia un po’ per punizione, ma non cede alla tentazione di adeguarsi alla monotonia di un lavoro di routine, quando si tratta di scavare, scava e quando si tratta di rompere le scatole non si fa pregare.

Ti succede di lavorare a più di un progetto insieme?

Sì, quasi sempre. Butto giù idee, scrivo pagine, leggo, rileggo, faccio bozze. Non riesco a scrivere per troppo tempo di seguito un solo libro, devo cambiare aria e panorama ogni tanto.

Hai un sottofondo preferito che ascolti mentre scrivi?

Il silenzio assoluto, a volte mi piace scrivere guardando fuori dalla finestra. Le mie scrivanie sono tutte davanti a un vetro.

Una curiosità: Riscrivi, cancelli, correggi, rimoduli o fila tutto liscio alla prima stesura?

Qualche correzione ci sta, ma difficilmente faccio modifiche radicali, seguo molto il filo del discorso quando scrivo e fortunatamente mi viene tutto molto facile.

Quale sarebbe il sogno che vorresti realizzare?

Vorrei che qualcuno realizzasse fiction o film dai miei libri. Sono veramente avvincenti e sono sicura che avrebbero un grande successo.

Infine, scrittura o lettura? Trovi sempre il tempo per…

Ho passato i primi trent’anni della mia vita a leggere incessantemente libri di grande qualità, tutti i grandi classici della letteratura italiana e straniera di Ottocento e Novecento. Oggi la letteratura è molto scaduta. Si pubblicano centinaia di titoli al mese, spesso senza qualità, guardando solo al profitto immediato e sfruttando il “personaggio” del momento, che sappia scrivere o meno. Il mio bagaglio lo ho, ora mi diverto più a scrivere. Qualche rilettura la faccio volentieri. Recentemente ho riletto Calvino, Joyce e naturalmente Simenon.

Il romanzo Una morte perbene, dell’autrice Simonetta Ronco è pubblicato dalla casa editrice Edizioni Leucotea.

Per altri consigli di lettura potete consultare la sezione Libri e Viaggi
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