Un nuovo appuntamento con uno dei guest post dell’autrice Susanna Trippa, un racconto intitolato Paros: un toro vegliava alla luce della luna.
Fa parte di alcuni racconti On The Road sul “viaggiare nei primi anni Settanta”, estrapolati dal suo romanzo Come cambia lo sguardo.
La ringraziamo di cuore per questi racconti di viaggio , che sono sempre affascinanti, potete anche leggere Quando si viaggiava in autostop, i viaggi On The Road di Susanna Trippa.

Paros: un toro vegliava alla luce della luna

Iniziava dunque per noi – una coppia di giovani speranzosi e idealisti degli anni Settanta – la grande avventura dell’autostop.

La premessa ai viaggi in Oriente fu l’isoletta greca di Paros dove dormimmo, fin dalla prima sera, in una tendina che montammo rigorosamente su una spiaggia deserta.
Da là dovevamo fare chilometri a piedi per rifornirci d’acqua e cibo.
A ripensarci adesso, credo d’aver guardato con un poco d’invidia le mie coetanee abbronzate e con bianca camicina di pizzo che, fresche e riposate, uscivano da linde camerette nel paesino dove andavamo a rifornirci… ma era come se dovessi rispettare un ruolo, dimostrare qualcosa.
Cosa dovessi dimostrare non lo so proprio, ma allora era così.
Paros mi parve arida mentre, chissà perché, me l’ero immaginata tutta verde.
Ricordo la spiaggia, solitaria e silenziosa di giorno e ancora di più la notte, se non per la voce costante del mare.
E la pasta, che cuocemmo nella stessa acqua di mare e che, immangiabile, buttammo via.
Un giorno lasciammo quell’angolo di sabbia, prendemmo un pullman e andammo in giro per l’isola, tra paesetti bianchi e gialle distese disseccate dal sole.
Alla sera perdemmo anche l’ultima corriera e ritornammo alla tenda, prima con un passaggio su un carretto – e ricordo una discesa a rotta di collo sulla polvere della strada – e infine a piedi, quando già era scesa la notte, attraverso recinti silenziosi dove solo un toro vegliava alla luce della luna.
Il ritorno verso l’Italia lo facemmo via terra, di nuovo in autostop.

Fcom Film oscar marzo 2023

Un camionista silenzioso, che mi ricordò le facce tragiche del film Vite vendute, guidò tutta la notte tra i monti nel Nord della Grecia, dalle parti di Tessalonica.

E un pomeriggio intero, in una zona deserta, non passò nessuno.
Quando poi si mise a piovere, vedemmo arrivare un furgoncino solitario; il guidatore ci guardò, piccoli e gocciolanti nella strada vuota, e ci portò a casa da sua moglie.
Una bellissima ospitalità: dormimmo in un vero letto e, al mattino, quella buona signora sorridente, tutta occhi e abito nero, ci portò olive e feta.
Da là facemmo una deviazione in Bulgaria, con un unico passaggio veloce in quella direzione.
Ci trovammo a camminare su una strada di campagna fiancheggiata da lunghe file di alberi di mele; soldati sorridenti, anche loro a piedi, ne staccarono due e ce le offrirono.
Entrati a Sofia, ormai tardi, mangiammo pollo fritto in un locale semivuoto con una triste luce al neon. Dormimmo poi presso un’anziana signora gentile che ci affittò una camera; il mattino dopo era domenica e il figlio, anche lui cortesissimo, passò a prenderla per il pranzo festivo.
La sensazione che mi rimase da quegli incontri in paesi oltre cortina fu di persone gentili e buone, però gravate da una cappa pesante.
Ricordo poi una notte: eravamo nei pressi del confine con la Jugoslavia.
Ancora pioveva, e dormimmo sotto il classico ponte, riparandoci con la tenda stesa sopra i sacchi a pelo. Mi svegliai bruscamente il mattino dopo: due cani mi leccavano il viso e lassù compariva un pezzetto di cielo terso e azzurro.                                                                                                         

Libraccio - Giardino Libreria marzo 2023

(continua)

Se volete conoscere meglio Susanna Trippa, potete leggere le recensioni e le interviste all’autrice dei romanzi Il viaggio di una stella e I racconti di CasaLuet.

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