Ospitiamo un guest post interessante e davvero utile, infatti in questo articolo l’autore Tiziano Tani ci racconta il suo viaggio in Portogallo.
Ci porterà nelle città più importanti e affascinanti di questo bel Paese affacciato sull’Oceano Atlantico, descrivendole così come le ha conosciute.
lasciamo subito la parola a Tiziano, buona lettura!

Il viaggio in Portogallo di Tiziano Tani

Ho scritto un libro ambientato in Portogallo, intitolato, appunto, Una straordinaria avventura in Portogallo.
Quindi, anche se non si tratta di una guida turistica, spero di poter trasmettere qualcosa delle atmosfere e delle esperienze vissute.
Un viaggio reale compiuto nella bellissima penisola iberica ormai un bel po’ di tempo fa. 

Non posso fornire informazioni precise e dettagliate, anche perché la memoria non me lo consente e ciò che non è cambiato nel Paese reale sicuramente si è appannato nel mio ricordo.
Accennerò comunque a luoghi per me in qualche modo significativi e imperdibili se si va da quelle parti. 

Permettetemi di romanzare un po’ la descrizione, come faccio nel mio libro. 

Premetto che per me il Portogallo, come la Grecia, e come tante altre regioni del mondo attira e affascina per la dimensione rurale della provincia e l’aspetto tradizionale e nostalgico delle città (almeno di alcune o di alcuni quartieri).
Non disdegno affatto le grandi città moderne o gli spazi spettacolari e grandiosi di alcune aree del pianeta (canyon, dune, picchi e scogliere, ecc.), ma sicuramente l’atmosfera semplice e serena dei Paesi come il Portogallo mi è congeniale.
Consiglio il viaggio in questo Paese prima di tutto a chi condivide la ricerca di questi aspetti. 
Dunque, il resoconto del viaggio… 

Arrivo a Lisbona e primi passi in città 

Partiamo in quattro da Torino in un clima piuttosto consueto nella città padana in agosto.
Caldo afoso e opprimente, trovandoci dopo il volo in un clima secco, ventoso e solare (semplicemente magnifico!, per i miei gusti). 
Il primo impatto con Lisbona, dopo quattro passi in centro, oltre alla vivacità dei cittadini in giro per le vie del “passeggio” e alla luminosità imperante del sole sempre presente e ai colori chiari e ridenti degli edifici e delle piazze, è stato con un ristorante da noi ritenuto degno di attenzione perché defilato, appena dietro l’angolo della trafficata rua Portas de Santo Antão che conduce i turisti al Rossio

Nella trattoria dall’aspetto moderno (un “moderno” di trent’anni prima, però),  noi quattro incontriamo per la prima volta la cucina locale.
In particolare prelibati piatti di pesce e carne alla brace che non hanno certo prezzi italiani.
L’impressione di aver scelto un ristorante non turistico viene confermata con lo stupore piacevole della degustazione di bacalhau, lulas grelhadas e vinho verde.
Scopriremo presto che la semplicità e genuinità dei ristorantini così (locande, trattorie, ecc.) saranno una costante per tutto il viaggio. 
Come detto il clima è stato una piacevole scoperta: essere esposti ad un vento moderato e ai raggi solari senza esserne scottati, ma soltanto accarezzati e scaldati com’è naturale che sia nel mese d’agosto è molto diverso dal subire un caldo soffocante, quasi tropicale che, tra l’altro, da allora sempre più spesso attanaglierà il Nord Italia. 

Free tour di Lisbona

Il Castello di São Jorge

 Il primo obiettivo da raggiungere è stato il castello di São Jorge,  dal quale si gode un’ampia vista sulla città e sul fiume Tago che dalla parte della foce si allarga notevolmente, creando la sensazione di essere a cospetto dell’Oceano.
Il turista occidentale, grazie a questo effetto ottico, può credersi già giunto al termine del continente, come effettivamente avverrà in seguito a noi, lungo la costa e in particolare nel punto più ad ovest del Portogallo, l’iconico Cabo da Roca
Il poggio del castello è ammantato da una pace profonda, tra turisti che parlano, scherzano, ridono.
Bambini su passeggini seguiti da giovani genitori o da anziani badanti, coppie d’ogni età che occupano spazi ombreggiati e ammirano panorami sereni.
Un’atmosfera serena e familiare che accompagnerà spesso noi erranti in altri angoli del Paese. 

La Chiesa del Carmo

Per la seconda tappa in città ci ritroviamo di fronte alla chiesa del Carmo.
La facciata gotica costituisce una quinta di pietra alle cui spalle si nasconde un curioso vuoto scenografico: le colonne della navata centrale spuntano come vedette dall’interno dell’edificio.
La chiesa “incompleta” è sconsacrata e all’interno verdeggia un praticello al posto del pavimento.
Nelle parti ancora integre dell’edificio compare una stravagante raccolta d’oggetti che va dalla serie di dipinti d’età e stili differenti alla mummia di qualcuno che non memorizzo dato che non sono particolarmente appassionato all’articolo tanatologico. 

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Viaggio in Portogallo: Proseguiamo con la visita di Lisbona

Dopo la visita del Carmo si prosegue l’itinerario scendendo verso la parte bassa della città, dove capitiamo dietro all’Elevador de Santa Justa.
Vorremmo partecipare alla turistica ascensione, ma la coda all’entrata si annuncia durevole, tanto che decidiamo di proseguire oltre.
Seguiamo, quindi, il tappeto lucente di sampietrini bianchi della centrale rua Augusta fino al Tejo o, almeno, fino alla praça do Commercio che si intravvede in fondo, sotto l’Arco Triunfal, tra le gambe del quale sbuca monumentale la sagoma bronzea di re Dom José.
La rua costituisce una passeggiata piacevole, al cospetto di straordinari empori, caffè moderni e alcuni vecchi negozietti.
Dopo la piazza, saliamo verso l’Alfama, dove una targa sulla chiesa che precede di pochi metri il indica il luogo natale di Sant’Antonio da Padova (che per i portoghesi è appunto Sant’Antonio da Lisbona). Stupiti dalla scoperta, ci avviamo verso l’imponente cattedrale, che si può raggiungere attraversando la strada.
La facciata è semplice e autorevole, l’interno dà l’esempio della mescolanza di stili romanico, gotico e barocco che ritroveremo nei maggiori monumenti del Paese. 

Il tram 28

A pochi metri dal piccolo panorama che si ammira seduti sulla gradinata del tempio scopriamo l’esistenza di una simpatica pastelaria (pasticceria), un locale gradevole e originale, ai cui tavoli siedono placidamente i lisbonesi e che ci fornirà un pasto iperglicemico.
Dall’altra parte della via, nella piccola e bella piazza della chiesa di Sant’Antonio aspettiamo il tram, per andare in senso inverso verso la Baixa
Il ventotto è sempre un’emozione per il turista, percorre a filo d’ogni cosa si trovi sul suo tragitto la lunga linea dall’Alfama al Bairro Alto.
Sfiorata ondeggiando dolcemente la parte bassa della città, attraversa un angolo dell’elegante Chiado.
Si intrufola nelle stradine della collina, in mezzo a fruttivendoli, furgoni, pedoni incerti sui marciapiedi davvero stretti. 

portogallo

Monastero dos Jerónimos

Un’altra tappa fondamentale è il Monastero dos Jerónimos, imponente, bianco, abbagliante che si estende per tutta la lunghezza della piazza, enorme e geometrica, praça do Imperio.
Le sue dimensioni, l’interno della chiesa, il chiostro e le decorazioni architettoniche formidabili giustificano il suo valore culturale e artistico riconosciuto a livello mondiale.
I monumenti rinomati  del Portogallo, i più grandi e maestosi, sono davvero imperdibili, affascinanti e stupefacenti per dimensioni e ricchezza. 

Uno di essi è la Torre di Belem, della quale sottoscriviamo tutte le appena dette qualità, se non fosse che per dimensioni è più simile ad uno scrigno, ad un piccolo gioiello architettonico, oltre ad avere una grande rilevanza storica, ovviamente.
Grazie alla Rete potete facilmente verificare se sto esagerando, potete ovviamente approfondire la conoscenza degli stessi luoghi citati ma io vi consiglio, naturalmente, di andare là di persona a verificare, vi farete comunque un bel regalo! 

Cabo da Roca

Oltre Cascais, dove abbiamo ammirato l’altrettanto famosa attrazione naturalistica denominata Boca do Inferno, punto panoramico su scogliere e grotta aperta, cominciano a diradarsi le villette e gli immensi residence a ridosso della costa scoscesa e delle spiagge.
La strada comincia a salire, solcando i fianchi delle colline; case sparse e alcune ville di straordinarie dimensioni punteggiano le dorsali brulle dei colli o le basse sponde di vallette selvagge a volte improvvisamente boscose.
Il territorio, nonostante ci si allontani dal mare, ricomincia ad essere sorprendentemente molto abitato; si incontrano aree densamente edificate, anche salendo più in alto, al sommo di alture desertiche.
La direzione seguita è quella di Cabo da Roca; ci si aspetterebbe un paesaggio progressivamente più selvaggio, perché ci si sta avvicinando all’estremità sud occidentale di un continente intero, una prua di terra in mezzo all’Oceano.
Comunque la scabrosità e la rudezza del luogo si fanno sentire quando si scende dall’auto: ci accoglie un vento sferzante, freddo e violento.
Dato che siamo in abbigliamento quasi balneare, corriamo senza indugi verso la scogliera, da dove osserviamo il mare, e gli immensi precipizi, dopodiché ci voltiamo e guardiamo il faro, che è simbolo di quella punta d’Europa orientata verso l’impenetrabile Oceano.
Si scattano fotografie piuttosto standard, del resto il luogo è talmente conosciuto che non può regalare emozioni molto sorprendenti a turisti mediamente informati.   

Il viaggio in Portogallo prosegue: Sintra 

Arrivati a Sintra, la meta principale si trova sulla cima di una collina piuttosto elevata. 
Grazie ad una gara ciclistica, ci ritroviamo incanalati sulla strada che porta alla vetta, mentre un buon numero di turisti è obbligato a farsela a piedi.
Abbiamo avuto fortuna, perché l’ascensione non è rapida, saliamo per alcuni chilometri fino al parcheggio del “maniero”, il Palácio Nacional da Pena
Ci sorprende un clima “bretone”, ventoso e foriero di pioggia pulviscolare.
La vegetazione rigogliosa e ben assortita costituisce il parco e il giardino di innumerevoli appezzamenti con ville, anch’esse variegate e appariscenti, di tanti stili diversi.
Gli alberi sono delle più sorprendenti varietà, coltivati nell’evidente vantaggio di un clima favorevole che, ora e presumibilmente spesso, li ammanta di nuvolaglie marine fresche e persistenti.
Quando arrivano sull’orlo posteriore del castello, infatti, una brezza tesa spira dall’oceano e s’infrange nebulizzandosi contro gli orpelli rinascimental-gotico-moreschi del prezioso palazzo.
Forse è il luogo più stravagante incontrato nel nostro viaggio. 
Per motivi di spazio, non mi soffermo su tutte le tappe obbligate visitate nel viaggio, ma ne cito alcune che non si possono perdere: Mafra, Alcobaça, Batalha, Nazaré, ecc.
Altre non abbiamo avuto il tempo di visitarle (tra le tante, rimpiango di non aver esplorato la regione di Braganza, Trás-os-Montes). 

Free tour di Sintra

Villaggi e borghi del Portogallo da visitare: Obidos e Ourem 

Ad Obidos, villaggio iconico che non ha bisogno di presentazioni, l’esperienza di una visita al primo mattino ci regala emozioni particolari, grazie all’assenza delle masse ingenti di turisti che normalmente assediano il paese.
Ci godiamo l’atmosfera come se fossimo sul set in allestimento di un film: gli attori principali, gli abitanti e i commercianti annaffiano i fiori, espongono i gadget fuori dei negozi, attrezzano i dehors, nell’attesa dell’ordinaria invasione dei forestieri. 
Piacevole anche sulle stradine di paese la luce “spessa” del sole crescente che ricopre le case bianchissime di una pennellata di “miele”. Ci godiamo lo spettacolo dalle mura cittadine. 
Accanto alle mete più ambite come Obidos, merita qualche parola anche una piccola località come Ourem, non lontano da Fatima.
Poche case caratteristiche e un piccolo castello di pietra in cima ad una collina spoglia e solitaria, molto panoramica e poco affollata.
Il ricordo della scoperta del minuscolo borgo si accompagna al sapore della ginjinha” consumata nel piccolo formidabile bar del paese. 

Tomar in Portogallo

Tomar, nel Distretto di Santarem, non ha bisogno di presentazioni, villaggio molto gradevole dominato dal castello-convento fortificato sede dell’Ordine dei Templari.
L’opulenza delle decorazioni dell’edificio, la magnificenza e l’esuberanza dei suoi aspetti architettonici (chiesa rotonda, e ben otto chiostri), l’esempio iconico dello stile manuelino rappresentato dalla famosa finestra  della sala capitolare lasciano i turisti attoniti e ammirati. 
Mentre rintoccano le dodici dall’incredibile campanile stile tirolese di Tomar, i quattro rastrellano qualcosa nei negozi del borgo per sedare gli acuti borbottii che provengono dai loro ventri affamati. 
Alle loro spalle sfilano lungo il vialetto polveroso le auto di lontane nazionalità di un corteo matrimoniale, dirette verso un grande ristorante nel parco.
Frangenti di un viaggio itinerante che incrocia eventi della vita quotidiana.
Gli sposi, poi, si produrranno davanti a loro in spiritose ed acrobatiche pose per la realizzazione del monumentale album fotografico. 

Coimbra 

A Coimbra saliamo lungo la collina fin sotto l’arco de Almedina.
Coimbra ci ricorda Torino, non per le somiglianze architettoniche, che sono molto scarse, ma per il fatto che cela nelle sue viscere l’alveare immenso dell’università: un organo vivente e pulsante di giovani che si riversano per le sue strade, confondendosi con i rivoli della folla urbana, ma animando la città con la varietà degli accenti, l’esuberanza dell’abbigliamento, la pigrizia delle abitudini.
Si ritrovano, perciò, nei tanti locali – spumeggianti, attualissimi, dal design raffinato – che cambiano ogni anno, essendo, a volte, sfacciatamente innovativi, altre, radicalmente tradizionalisti, aperti negli scantinati e nei negozi abbandonati della parte più vecchia e trascurata della città.
Il torinese d’inizio secolo vi si trova a proprio agio (penso alla trasformazione avvenuta a partire da quegli anni di quartieri come il Quadrilatero Romano e a seguire di San Salvario e di Vanchiglia). 
Sotto l’arco, risalendo dalla praca do Commercio, vuota e inspiegabilmente silente, intravvediamo all’interno di un presidio pubblico di qualche assessorato locale una massa composta e assorta incantata dalla presenza di un gruppo musicale rappresentante della celebre tradizione musicale.
Il fado è un genere musicale ma è anche un fenomeno sociale, condiviso e seguito con partecipazione, in un’atmosfera cerimoniale e intima. 

Porto 

La conoscenza di Porto avviene di sera, mentre stiamo cercando un ristorante. Le attività commerciali stanno chiudendo e non siamo in un quartiere ricco di locali. 
Compiamo, così, un lungo giro fino alla cattedrale e ammiriamo con una sorta di spaventosa curiosità la collina urbanizzata da cui nasce Ribeira, apparentemente costituita di case modeste, che si accavallano pittorescamente sul suo dorso, anche in parte fatiscenti o semi-abbandonate.
L’ora e la vicinanza alla stazione sembrano portare sulla strada una fauna umana sotterranea, che finalmente può uscire allo scoperto mentre i cittadini fuggono nei loro quartieri periferici. 
Ci accorgiamo casualmente di passare proprio davanti alla stazione, cosa che ci sorprende alquanto, data la bellezza decadente di quell’edificio; intravvediamo all’interno il magnifico atrio ricoperto di azulejos e, poco oltre, tra le porte principali, i binari arrivare fino a ridosso dell’entrata sotto una piccola ma suggestiva pensilina ottocentesca che li racchiude come il coperchio di un grosso e vuoto baule. 

Free tour di Porto

Lello e Irmao

Lasciataci alle spalle una cena non proprio eccellente (ma per colpa di informazioni scarse sulla città che oggi sarebbero facilmente reperibili in rete – non sapevamo nemmeno in quale quartiere si trovassero!), il giorno seguente ci mettiamo sulle tracce della declamata libreria in stile liberty, che dovrebbe trovarsi in rua das Carmelitas, nell’elegante e un po’ inospitale quartiere dell’università.
Lello e Irmao occupa un edificio di due piani, dalla facciata floreale, che, con i suoi finestroni elaborati, guarda il turista come un uccello dei tropici, inconsueto e mirabile spettacolo per i nuovi avventori. L’interno è dominato dalle calde tinte del legno e del rosso carminio della scala, la quale costituisce essa stessa un’opera d’arte.
Lo spazio del negozio è occupato, per intero, dalle librerie dell’epoca in cui fu inaugurato, colme di libri e da tavolini e vetrine che attirano l’attenzione con l’offerta delle novità.
Al piano superiore il settore che dà sulla grande vetrata oblunga è dedicato ad un angolo caffè che offre a tutti i clienti la possibilità di un “break” originale. 

portogallo

La visita di Porto non può non contemplare una discesa sul fiume Douro, nel famosissimo quartiere delle cantine.
Lo scorgiamo dall’alto del ponte “eifelliano”, che per la flessibilità del metallo, pare ondeggiare sotto i nostri piedi: Vila nova de Gaia con i suoi magazzini, i suoi palazzi commerciali, le prestigiose cantine segnalate da enormi scritte/etichetta.
Anche in questo caso, a tutti gli appassionati di degustazioni enologiche consigliamo l’enorme letteratura esistente in merito, non potendo aggiungere molto se non la scontata ammirazione per l’arcinota bevanda alcolica.
Altrettanto scontato è ribadire che la visita delle cantine è organizzata ed efficiente per le ovvie ragioni di marketing e di vendita che le stesse non si sforzano certo di nascondere. 

Viaggio in Portogallo: Douro 

Il giorno dopo, partendo da Porto, ci mettiamo alla volta della regione lungo il fiume Douro,  caratterizzata dalle immense estensioni di vigne, sul dorso di alte e suggestive colline cinte alla loro base dalla serpentina del corso fluviale.
Scorgiamo le pietre ormai note (dopo le visite guidate nelle cantine) dei terrazzamenti (gli scisti), le viti rigogliose, ampiamente protagoniste del panorama, i villaggi bianchi, non molto rurali, le ville-magazzino dei vari manieri-etichetta.
Ammiriamo il fiume, a tratti largo e stanco sbarrato a più riprese, occupare molto dello spazio che una vallata di vigna può contenere.
Il Douro ondeggia, verdeggia, si stria come un mare di fiordo, langue nei pressi delle dighe, dove lascia affiorare improbabili spiaggette. 
Percorriamo anche colline aspre, austere, prive di vigne o dove le poche piante rimaste s’accucciano al suolo, si rimpiccioliscono; raramente s’incontrano villette approssimative, prive di ornamenti, con scarsa vegetazione, senza orti, al massimo con box vuoti in un angolo del recinto.
Sempre a causa di pochi riferimenti geografici utili (gps, ecc.) abbiamo allungato inutilmente il nostro itinerario. 

Gift Card San Valentino

Braga 

Abbiamo lasciato uno degli amici all’aeroporto e proseguiamo per Braga. 
Attraverseremo tutto il Portogallo, visitando Bathala ed Evora, solcando il paesaggio rurale e meraviglioso dell’Alentejo, per dirigerci verso l’Algarve. 
A Lagos cerchiamo una sistemazione per la notte, impresa tutt’altro che semplice ad agosto, senza prenotazioni. Con la nostra guida cartacea (una Routard) decidiamo di evitare le località più note e ci dirigiamo verso villaggi minori, ma altrettanto affascinanti.
Soggiorniamo a Burgau, dove, nei dintorni, scopriamo ancora scorci impervi, selvaggi e spiagge poco frequentate.
Certo ci si allontana di molto dal  prototipo balneare, affollato e rovente delle coste mediterranee: il clima e il carattere del mare sono piuttosto “atlantici”.
Per una tappa marina durante un viaggio itinerante, va benissimo, anzi! 
Anche in questo caso non ci dilunghiamo nella descrizione di località note ai più che sono facilmente conoscibili in rete (Carvoeiro, Albufeira), imperdibili certo, ma anche meno capaci di sorprenderci… 

Di nuovo a Lisbona, alla fine del viaggio in Portogallo

Il ritorno a Lisbona porta con sé alcune note di malinconia per il viaggio in Portogallo che si sta concludendo. 
Sopraggiungendo con l’A2 al ponte “25 aprile”, vedendo la città avvicinarsi, apprezziamo di nuovo il carattere latino di una città metà mediterranea e metà atlantica. 
Conservo nella memoria l’immagine di noi tre che, nella praca Dom Pedro IV, osserviamo il sole “fiorire” da dietro la statua, inondando di luce gli ultimi istanti della lunga giornata.
I nostri pensieri vanno alla città padana che ci aspetta promettendo altre atmosfere, mentre il fronte odoroso del tramonto sospinge sui nostri corpi ondate fresche e corroboranti di vento salmastro. 
Ripercorriamo la rua dos Condes dove purtroppo la trattoria del nostro primo pranzo ha chiuso per ferie (fatto che dimostra che non si trattasse di un locale per turisti). 
Dopo cena prendiamo la funicolare da Gloria per il Barrio Alto. Saliamo insieme a pochi altri la collina, godendoci lo spettacolo della via illuminata vuota e malinconica, mentre sul veicolo alcune fioche lampadine tremolanti ristorano gli ultimi frangenti del nostro viaggio. 

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