Ospitiamo con grande piacere l’autore Emiliano Fossati che oggi ci racconta la storia di Rapallo, località della riviera di levante.
Lasciamo la parola a lui in questo guest post e raccontateci anche voi nei commenti la vostra esperienza a Rapallo. 

Rapallo, la sua storia

Dai tempi più antichi le mulattiere salivano da Rapallo verso l’interno (la vallata di Fontanabuona e la valle padana).
I romani costruirono nel 109 a.C. una strada lungo tutta la riviera che seguiva la costa, passando sui crinali e scendendo nelle valli (la via Aemilia Scauri, oggi detta Aurelia antica).
La vallata di Rapallo, compresa tra il suo torrente principale a ponente (il Boate) e quello più piccolo a levante (il Tuia), è la sola della regione che ha una parte pianeggiante e facilmente coltivabile.
Già prima dell’epoca romana, a Rapallo, oltre a insediamenti di tipo sparso, esisteva un borgo.
Questo fu poi sviluppato dai romani che costruirono un ponte sul torrente e crearono una struttura di rifornimento e ristoro per viandanti.

Il borgo di Rapallo si sviluppa tuttora in modo lineare al centro del golfo, lungo l’antica strada romana.

Con l’arrivo dei Longobardi in Italia, l’arcivescovo di Milano si rifugiò a Genova, dove rimase dal 568 al 644 d.C. Già nei primi anni aveva ottenuto dall’imperatore bizantino il patronato su Uscio, Recco e Rapallo.
La raccolta delle decime era affidata a degli “Advocates”, che originavano da famiglie di aristocrazia vescovile e, di fatto, amministravano il territorio.
Anche dopo il ritorno della sede vescovile a Milano, questa enclave, nota come Avvocatizia, continuò a dipendere dalla sede vescovile di questa città, fino a quando, nel 1133, anche Genova divenne arcivescovato e ne prese il controllo.
Nel sesto secolo Rapallo era già un borgo sviluppato e i milanesi vi costruirono nei primi anni del loro controllo la chiesa dedicata a S. Gervasio e Protasio, ora la principale della città, anche se a quei tempi la pieve centrale era quella di S. Stefano, ora l’oratorio dei Neri.

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Prima del 1000 non si dispone di documentazione scritta su Rapallo, ma si sa che il territorio era conteso dai marchesi Obertenghi e dai conti di Lavagna (dai quali discesero i Fieschi) e che il borgo era già considerato relativamente importante.
Dopo il 1000 questo aveva una prima fortificazione. Nel 1079 Rapallo fu distrutta dai Pisani, mentre nel 1155 era sede di una fiera e mezzo secolo dopo disponeva di mura.
Nel 1161 Rapallo si costituì in libero Comune retto da consoli, e nel 1203 Genova ne fece una Podesteria che controllava anche Portofino e Santa Margherita.
La situazione politica era ancora incerta per la presenza degli advocates e le pretese dei feudatari, poi nel 1229 Rapallo giurò fedeltà a Genova.
Uomini di Rapallo parteciparono alla battaglia della Meloria nel 1284.

L’economia di Rapallo

Era un borgo marinaro che oltre al commercio, legato alle attività agricole dell’entroterra, si dedicava alla pesca e al cabotaggio. Navi rapalline avrebbero viaggiato fino alla Provenza, alla Corsica e a Napoli.
Non disponendo di un porto, le navi sbarcavano sulla spiaggia.
C’era anche una salina e si raccoglieva il corallo.

Nel 400 l’economia si rafforzò e si costruirono palazzi e fortificazioni. Rapallo fu circondata da mura su cui si aprivano cinque porte, delle quali resta solo, anche se modificata, quella delle Saline.
A metà del secolo fu costruito l’ospedale S. Antonio al posto di uno precedente non più agibile.
La costruzione è oggi sede del comune.

Sia nel borgo sia nei villaggi dei dintorni si producevano merletti al tombolo e poi dal 500 si sviluppò anche la produzione di velluti e tessuti di seta.
Si esportavano olio e agrumi e pure sapone. Per via terra i trasporti erano fatti principalmente a dorso d’uomo.

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Nel 1549 il pirata Dragut invase Rapallo e rapì parte della popolazione.

In conseguenza Genova provvide a costruire torri e castelli lungo tutto il Tigullio.
Quello di Rapallo, iniziato l’anno dopo, fu eretto su di uno scoglio e in seguito modificato per tener conto degli sviluppi dell’artiglieria.
Nel 1557 apparve la Vergine a un pastore sul monte adesso detto di Montallegro e si sviluppò il culto mariano che resta importante nella regione.
Aprile 1608 è considerato data epocale per Rapallo, perché fu costituito in Capitaneria, estesa anche alla Fontanabuona e a Santa Margherita.
In quell’anno fu anche realizzato il primo molo. Da allora vi fu crescita continua.

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Con Napoleone, la Liguria fu annessa alla Francia e Rapallo inserito nel cantone di Chiavari.

Insieme all’arrivo dei Savoia, oltre alla costruzione della carrozzabile per Genova (via il nuovo tunnel di Ruta) si ebbe anche la deviazione della foce del torrente Boate1 e la costruzione di un vero porto.
Con l’unità d’Italia arrivò nel 1868 anche la ferrovia e questa permise da fine 800 agli inizi del 900 lo sviluppo di una importante attività turistica diretta alle élite borghesi del Nord Italia, ma anche ai più benestanti di altri paesi europei e in particolare agli inglesi, che vi eressero ben due chiese anglicane.
Si costruirono alberghi, stabilimenti balneari, impianti sportivi (incluso un campo da golf) e ville signorili. Allora il grosso vantaggio di Rapallo fu quello di avere un proprio efficiente acquedotto, che permetteva ad alberghi e abitazioni di disporre di acqua corrente.

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Rapallo divenne quindi riconosciuta mondialmente e vi si tennero diversi convegni internazionali, tra i quali nel 1920 quello del Trattato di Rapallo, che definì i confini con la Jugoslavia.
Personaggi di fama internazionale vi soggiornarono, come Ezra Pound e Sibelius.
Il lungomare venne ristrutturato avanzando sul mare e i rapallini emigrati in Cile vi fecero costruire un chiosco musicale.
Anche il castello si trovò più vicino alla costa, con la copertura del secondo torrente e la costruzione della grande statua del polpo. Da allora tutta l’economia rapallina fu centrata sul turismo.

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Durante la seconda guerra mondiale Rapallo fu bombardata, ma con poche conseguenze.

La costruzione dell’autostrada Genova-Spezia con l’apertura del casello di Rapallo nel 1965 provocò un afflusso di massa di nuovi turisti (non più solo l’abbiente clientela del passato) e diede inizio a un grande sviluppo residenziale, con condomini nella zona pianeggiante dietro la barriera ferroviaria, e successivamente con la costruzione di villette sulle alture.
Si è trattato di una vera cementificazione, denominata “rapallizzazione” dal giornalista Montanelli, termine ormai entrato nel vocabolario italiano.
Tutte le attività produttive di tipo industriale, che erano fino al 1960 concentrate nella zona pianeggiante a sud dell’incontro dei due rami del torrente Boate, furono perdute.

La popolazione, che nel 1951 era di 15 mila abitanti, è passata a 29 mila nel 1981 e resta a quel livello tutt’oggi.
Si è sviluppato un grande porto turistico (purtroppo distrutto da una terribile mareggiata nel 2018,2 ma in via di ricostruzione) e il turismo continua ad essere la base dell’economia cittadina.
Il borgo antico, rivolto verso il mare a meridione del bastione ferroviario, resta vivo e commerciale.

Santa Margherita

Quella che è oggi Santa Margherita era in passato un gruppo di piccoli agglomerati dipendente da Rapallo, noto solo a partire dal Medio Evo.
Era costituito da tre paesini separati: da levante Pescino, poi Ghiaia (a settentrione della chiesa attuale), e infine Corte (oltre il piccolo promontorio dove sorge a picco sul mare il castello, fortificazione eretta nel 1550 a protezione dei pirati saraceni).

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Questi paesini sono stati dipendenti da Rapallo fino all’epoca napoleonica, quando nel 1812 fu deciso di creare nel Tigullio un porto ad acque profonde. La cittadina fu unificata col nome di Porto Napoleone. Dopo la sua caduta fu scelto il nome di Santa Margherita, patrona della chiesa principale. Purtroppo non si trovano notizie sulla costruzione effettiva del porto.
L’attività di pesca già preesistente si sviluppò ulteriormente e resta tuttora importante.
Con gli inizi del 900 anche Santa Margherita divenne un centro turistico di qualità, e ha saputo tuttora conservare questo livello, evitando la cementificazione della vicina Rapallo. La popolazione attuale è poco più di 8 mila abitanti.
Tra le cose più pregevoli di Santa Margherita va menzionata la villa cinquecentesca Durazzo Pallavicini e il suo stupendo parco all’italiana., costruita in alto sopra il castello.

Bibliografia:

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